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Caratterizzato da un paesaggio anfibio, sospeso tra terra e acqua, il Delta del Po ha affascinato numerosi registi tanto da diventare un personaggio attivo delle loro opere cinematografiche. Un territorio in continuo mutamento creato dalle sedimentazioni del fiume Po, modificato e difeso dall'opera costante dell'uomo. Sono queste le caratteristiche cha negli anni hanno affascinato celebri registi che in questo territorio hanno trovato autenticità e un fascino legato all'inafferrabilità di una terra che a tratti non sembra tale per la sua alta percentuale liquida del paesaggio.
Ecco alcuni film diventati celebri e che raccontano il Delta sotto diversi aspetti:
Il ritmo lento dello scorrere del fiume e la vita contadina diventano protagonisti nel 1943 con "Ossessione" di Luchino Visconti. È nel Delta che nasce il Neorealismo, con la sua ricerca verso la comprensione e la rappresentazione della realtà, mettendo in risalto figure e personaggi spesso considerati minori o marginali della società. Si tratta del primo film per Visconti.
Nel 1946 è la foce del fiume il paesaggio principe scelto da Roberto Rossellini per "Paisà". Sei episodi per raccontare la Seconda Guerra Mondiale. Nell'ultimo episodio si possono ammirare i paesaggi della zona di Porto Tolle (Scardovari e Polesine Camerini). Il Delta del Po rappresenta le radici per Rossellini, la madre Elettra infatti era originaria di Contarina (Porto Viro). Il regista sceglie anche di portare sul grande schermo i volti delle genti del Delta come Angelo Banin (nel ruolo del bambino sopravvissuto al massacro) e Giovanni Achille Siviero (nel ruolo di "Cigolani").
"La donna del fiume" (1954) di Mario Soldati presenta i cambiamenti in atto nel paese che vede una mutazione da società agricola ad industriale. Il Delta viene rappresentato attraverso la forza della natura incontaminata a volte traditrice che fa da sfondo a due protagonisti d'eccellenza: Sophia Loren e Rick Battaglia, all'anagrafe Caterino Battaglia originario di Corbola. Per lui si tratta della prima esperienza da attore grazie proprio all'intuito del regista. Le zone del Delta Veneto oggetto delle riprese sono Ca' Venier e Ca' Pasta (Contarina, Porto Viro)
Michelangelo Antonioni realizza una delle sue più importanti opere proprio nel Delta del Po "Il grido" (1957), immergendo la sua storia nel paesaggio ovattato dalla nebbia. Si tratta di un'opera fondamentale per la filmografia del regista che con questo lavoro per la prima volta affronta il tema della condizione dell'individuo nella società massificata.
Particolarmente significativo per conoscere il Delta è il film girato da Renato Dall'Ara "Scano Boa - Violenza sul fiume" nel 1961 tratto dall'omonimo romanzo di Gian Antonio Cibotto. La storia, ispirata da un fatto di cronaca del 1954, verte attorno la vita dei pescatori di storioni ed al loro rapporto con il grande fiume. Vero protagonista del film è lo scanno oggi visitabile e raggiungibile solo in barca che mantiene il suo fascino selvaggio.
Carlo Mazzacurati rimane uno dei registi più legati a questo territorio e lo sceglie per diverse sue opere.
Nel 1987 lo sceglie per il suo esordio con "Notte italiana" ambientato nelle zone di Ca' Pisani e Contarina (Porto Viro), Scardovari e Ca' Venier (Porto Tolle).
Tratta di un argomento delicato anticipando tematiche che diverranno oggetto di discussione da parte della politica locale: la costruzione di una centrale elettrica e la nascita del Parco Regionale del Delta del Po.
Nel 2007 il regista ritorna nelle zone del Delta del Po per ambientare uno dei suoi film più importanti "La giusta distanza", in cui questa terra di confine diventa lo scenario per raccontare l'incontro tra due civiltà, quella italiana e quella degli immigrati: la prima legata alle tradizioni, divisa tra insicurezze e paure che portano alla superficialità, la seconda forte e desiderosa di nuove radici. Le riprese sono state svolte in diverse località: Santa Giulia, Bacucco, Polesine Camerini, Ca' Venier (Porto Tolle), Gorino Sullam (Taglio di Po), Ariano nel Polesine, Porto Viro e Adria.
Il territorio del Delta del Po per la sua vastità e varietà di ambienti presenta particolarità che hanno permesso ad ogni regista di rappresentarlo secondo la propria visione. Il regista Mario Brenta lo definisce "un personaggio limite. È un paesaggio metafisico, molto orizzontale e verticale", una geometria formata da linee ortogonali, che richiamano in parte i quadri di Giorgio De Chirico e le fotografie di Luigi Ghirri.
Questo territorio, come viene mostrato nei film, è senza tempo, intriso della storia dei luoghi e delle genti che vi abitano, una terra in continua mutazione, all'apparenza diversa e distante dal resto d'Italia e questo punto di forza la rende unica e suggestiva.